Recensione Panasonic GH6: la migliore per video e stabilizzazione

2022-07-23 13:39:24 By : Ms. Alisa Xiong

Panasonic GH6, la nostra recensione della regina dei video, una mirrorless micro quattro terzi decisamente unica nel proprio genere.

Panasonic GH6 è la regina del mondo micro quattro terzi, la giusta evoluzione di una macchina storica del settore, quale è la Panasonic GH5 (con l’evoluzione GH5 II), con un notevole incremento nella qualità d’immagine, ma allo stesso tempo una inattesa versatilità generale. Scopriamola assieme nella recensione completa.

Le differenze estetiche rispetto alla generazione precedente non sono tantissime, se non per la presenza della ventola posteriore, che rende il corpo più spesso e pesante (oltre che non essere completamente tropicalizzato). Dimensionalmente parlando, a conti fatti raggiunge 100,3 x 138,4 x 99,6 millimetri, con un peso di 823 grammi (senza SD, batteria e ottica); la maneggevolezza è ugualmente buona, è forse leggermente meno portabile, anche se però la differenza non la sentiamo così tanto.

Ottima l’impugnatura, meno profonda delle aspettative, ma comunque in grado di garantire una presa salda ed affidabile nell’utilizzo con una mano, lasciando allo stesso tempo poco spazio tra l’ottica ed il corpo. Sempre anteriormente trovano posto 3 pulsanti personalizzabili, ed un tasto per l’avvio della registrazione.

Superiormente è stata inserita la ghiera personalizzabile sulla parte destra, nonché un pulsante audio utile per cambiare i settaggi in rapidità. Spostando l’attenzione nella parte posteriore, invece, notiamo la presenza del pulsante di blocco (sulla sinistra), il selettore della messa a fuoco con il tasto centrale che ora permette di selezionare la modalità, ed un joystick ridisegnato, inserito forse in posizione troppo ravvicinata alla ventola. Quest’ultima occupa molto spazio, è leggermente antiestetica, ma aiuta moltissimo nella registrazione prolungata in 4K, proprio per una migliore dissipazione (è anche possibile sollevarla per aerare meglio).

Sui bordi infine troviamo tutta la connettività fisica, sul lato sinistro due jack da 3,5 mm (distinti) per microfono e cuffie, una USB type-C 3.2 Gen2 ed la HDMI di tipo A. Sul latro destro, invece, due slot per la memoria, uno CF Express ed uno per la SD.

Il sensore della Panasonic GH6 è un Live MOS micro quattro terzi (da 17,3 x 13 millimetri), da 25,21 megapixel effettivi, con rivestimento antiriflesso, e filtro a colori primari.

L’otturatore con piano focale, raggiunge una velocità massima di scatto di 14 fotogrammi al secondo, estesa a 75 con il solo otturatore elettronico (e fuoco manuale), il tempo di posa massimo è di 30 secondi, con scatto al minimo a 1/8000 di secondo, se non per le immagini in movimento fino a 1/25000.

Il display posteriore è un LCD TFT con controllo touch statico, completamente orientabile, con diagonale di 7,6 centimetri (precisamente 3 pollici), e proporzioni 3:2. Qualitativamente è in linea con il modello precedente, i suoi 1,84 MP permettono di godere di una visione completa e dettagliata della scena. Il touchscreen funziona correttamente, non richiede pressioni eccessive. Come detto, è completamente orientabile, di conseguenza è facile da utilizzare per la realizzazione di vlog o lo scatto di selfie, rendendo la macchina assolutamente versatile.

Il mirino, posto al centro, è un LVF OLED, dalla qualità abbastanza elevata, infatti conta 3,68 milioni di pixel, con copertura del 100%, ed ingrandimento 0,76X. La resa rispecchia perfettamente le aspettative, sia dal punto di vista cromatico che di dettaglio.

La ventola di raffreddamento, che occupa gran parte dello slot posteriore, può essere impostata su 6 modalità differenti, tra cui troviamo due Auto in cui si regola in autonomia in base alla necessità. La rumorosità è discreta, difficilmente si attiva in sessioni di scatto o di registrazione in FullHD, andando sul 4K e con bitrate elevato, il rischio è che si possa sentire un rumore di sottofondo se state registrando in un ambiente senza rumore ambientale; è impossibile che arrechi fastidio, invece, nell’utilizzo normale, la sua presenza è comunque un bene, in quanto estende al massimo l’utilizzabilità, escludendo qualsiasi limite temporale nella registrazione.

La batteria è un componente completamente removibile da 2200mAh, con una leggera riduzione nell’autonomia generale. Tutto dipende dall’utilizzo che ne fate, ma stando a quanto dichiarato da Panasonic, si potranno fare al massimo 380 scatti con il display e registrare video in 4K per non più di 45 minuti.

La resa fotografica di questa Panasonic GH6 è sicuramente migliorata rispetto alla generazione precedente, sebbene il focus del prodotto sia sempre mirato verso la parte video. Gli scatti sono di ottimo livello, con ISO che oscillano tra 100 e 25600, ed immagini processate dal processore Venus Engine.

In condizioni di forti luminosità, gli scatti sono dettagliati e molto nitidi, con colori ben bilanciati ed una gamma dinamica sufficiente ampia. Nel corso dei test abbiamo notato più che altro qualche piccola difficoltà in situazioni estreme, ovvero dove esisteva uno scatto netto tra luce ed ombra, con quest’ultime zone difficili da riprendere anche in post-produzione, senza una evidente perdita di qualità. L’altro aspetto da tenere in considerazione riguarda un bilanciamento del bianco non sempre perfetto, due scatti differenti nelle medesime condizioni possono portare a risultati antitetici. In aggiunta alla resa generale, che sottolineiamo essere buona e migliorata, ma non al livello dei mostri sacri del settore, segnaliamo la presenza delle funzioni di scatto ad alta risoluzione a 100MP e 50MP.

I video vengono realizzati al massimo in 5.7K a 60fps (300Mbps), per scendere poi in 4K a 60fps (800Mbps), la prima risoluzione in ProRes 422 HQ e non, sempre a 10 bit al massimo in 4:2:2 (alcune richiedono però una CF Express, non basta la SD) . Da notare essere preinstallato il profilo V-Log, con dettagli e fedeltà cromatica migliori di sempre (per la serie GH). Le uniche difficoltà si riscontrano ad alti ISO, con un rumore di fondo che va in crescendo.

L’autofocus è a 315 punti a rilevamento di contrasto, con tecnologia Depth from Defocus, dalla qualità discreta. I passi in avanti li notiamo in ogni prodotto lanciato da Panasonic, sono stati aumentati i punti (90 in più), con una migliore velocità nella “presa” del soggetto da mettere a fuoco. Ottimi i tracciamenti di viso e di occhi, manca ancora di affidabilità e di velocità, rispetto ad altri produttori, come Sony e Fujifilm, anche in condizioni di scarsa luminosità.

La stabilizzazione è invece il più grande punto di forza della Panasonic GH6, un IBIS a 5 assi che supporta la tecnologia Dual I.S. 2, fino a 7,5 stop. Con una simile predisposizione, è possibile registrare senza problemi video camminando, ottenendo nel contempo filmati decisamente più stabili delle dirette concorrenti. Come al solito Panasonic ha dimostrato di essere un passo in avanti rispetto a tutti, migliorando di poco la resa, mantenendola però ancora le migliore.

In conclusione Panasonic GH6 è una camera pensata prevalentemente per i video, sono presenti tantissime funzioni e specifiche, che la rendono adattissima ad un pubblico esigente di professionisti (ad esempio il 5.7K, ma anche il supporto al ProRes), con una stabilizzazione unica nel proprio genere. L’autofocus è stato migliorato rispetto al passato, lentamente si sta avvicinando a Sony e Fujifilm, il percorso è ormai segnato.

Gli aspetti negativi da segnalare riguardano forse scatti fotografici migliorabili, ed il prezzo superiore al modello precedente (inteso come listino al lancio), senza dimenticarsi di una autonomia relativamente ridotta.