Cardarelli in tilt, blitz dei carabinieri: verifiche del Nas sui sovraffollamenti. De Luca: immagini che fanno male - CorrieredelMezzogiorno.it

2022-10-09 22:22:33 By : Mr. Shangguo Ma

Al Cardarelli di Napoli arrivano i carabinieri. Nella giornata di ieri il Nas di Napoli ha fatto un sopralluogo nell’ospedale, in tilt da alcuni giorni per sovraffollamento, con decine e decine di barelle ammassate al Pronto soccorso, come testimoniano alcune immagini che hanno fatto il giro del web. Le verifiche, coordinate dal tenente colonnello Alessandro Cisternino, sono state eseguite per accertare l’eventuale presenza di criticità legate all’assistenza sanitaria.Analoghi controlli, sempre esclusivamente di natura conoscitiva, sono stati eseguiti dai militari del Nucleo anche nel Secondo Policlinico .

La visita dei militari al Cardarelli è legata, secondo quanto si apprende, al momento particolarmente difficile che sta attraversando l’area di urgenza del più grande ospedale del Sud Italia. Una situazione di sovraffollamento talmente ingestibile da aver spinto 25 medici del reparto a lanciare un vero e proprio grido d’allarme, con l’invio, all’attenzione della direzione, di una missiva nella quale sono state annunciate le loro dimissioni , motivate dall’impossibilità di assicurare la dovuta assistenza sanitaria ai pazienti, costretti ad attendere ore prima di una visita.

Pronto soccorso, 180 arrivi in 24 ore

E la situazione non sembra evolversi positivamente. È infatti pieno anche questa mattina il Pronto soccorso del Cardarelli, dove ci sono stati 180 accessi nelle ultime 24 ore .

Il Pronto soccorso del Cardarelli tre notti fa

Intanto la vicenda del Cardarelli ha sollevato un polverone di critiche indirizzate al governatore De Luca ed è diventata un caso nazionale. Ieri il leader della Lega Matteo Salvini ha annunciato un’interrogazione urgente sul sovraffollamento del Pronto soccorso del’ospedale napoletano, chiedendo al ministro della Salute «un’attenta verifica dell’accaduto». Pungenti le dichiarazioni di Guido Bertolaso , ex capo della Protezione civile e coordinatore della campagna vaccinale in Lombardia: «Mi chiedo cosa si direbbe se quello che accade al Cardarelli accadesse in Lombardia, evidentemente non tutti i presidenti di Regione sono uguali». E intanto l’Anaao Assomed del Cardarelli «imputa al presidente De Luca l’assenza di un assessore alla sanità che potrebbe controllare l’attuazione di decisioni più appropriate; il mancato rafforzamento dell’area d’emergenza degli ospedali cittadini; la mancata apertura dei Pronto soccorso dei policlinici; l’assenza di una rete territoriale adeguata ad una funzione di filtro».

De Luca: serve un Pronto soccorso al Monaldi

Alle critiche e alle accuse De Luca ha replicato dicendo «il problema del funzionamento dei Pronto soccorsi è strutturale e non si risolve aprendone di nuovi. Bisognerebbe aprire il Pronto soccorso, semmai, al Monaldi, dove abbiamo nove sale operatorie», ha detto il governatore, aggiungendo: «Bisogna far funzionare la medicina territoriale ed evitare che vadano tutti al Cardarelli. Bisogna anche potenziare il personale: è un problema drammatico che abbiamo in tutta Italia, poiché i medici dell’emergenza non si trovano. A volte i medici che vincono il concorso, dopo due giorni di servizio in Pronto soccorso se ne scappano . Occorrono condizioni retributive tali da incentivare i medici che lavorano nell’emergenza/urgenza. È un problema che comunque risolveremo». Nella diretta del pomeriggio su Fb De Luca ha aggiunto: «Stiamo lavorando per risolvere il problema, sono immagini che ci fanno male e non vogliamo più rivedere». Il presidente della Regione ha aggiunto: «Stiamo lavorando per trasferire i pazienti in altri ospedali e devo dire che in due settimane non abbiamo ricevuto la collaborazione che ci attendevamo da altre strutture ospedaliere. Risolveremo il problema - ha assicurato De Luca - perché non possiamo più tollerare quelle immagini . E affronteremo il problema con il governo nazionale per dare una risposta agli organici sottodimensionati».

Di Mauro (Monaldi): ottima idea

In merito all’idea di aprire un Pronto soccorso al Monaldi è intervenuto oggi anche il direttore generale dell’azienda ospedaliera dei Colli, Maurizio Di Mauro: «Condivido la posizione del presidente De Luca rispetto che anche il Monaldi, pur essendo ospedale di terzo livello ad alta specializzazione si può pensare che entri nella rete emergenza. Cosa che in parte fa già sugli infarti». «Nel riassetto organizzativo - spiega Di Mauro - se il Monaldi può dare un proprio contributo mettendosi a disposizione per il pronto soccorso abbiamo le condizioni per farlo . Servirà un piano esecutivo in breve tempo possibile, dobbiamo concordare con l’organismo della Regione le modalità. Io in epoca non sospetta ho sempre sostenuto che tutti gli ospedali devono concorrere all’emergenza, compresi i Policlinici universitari. È inimmaginabile che città come Napoli il Cardarelli sia il solo punto di riferimento per l'emergenza per 4 milioni di cittadini tra Napoli e Provincia».

Manfredi: Cardarelli da solo non ce la può fare

E sul caso è intervenuto oggi anche il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi, sostanzialmente in linea, su molti punti, con le dichiarazioni del governatore De Luca: «Il Cardarelli è una grande realtà per il Mezzogiorno, ma è chiaro che da solo non ce la può fare. Si deve rafforzare la rete dell’emergenza, c’è la necessità di avere più poli di accesso, però è anche molto importante il ruolo della medicina territoriale, perché se non c’è un filtro della medicina territoriale alla fine il pronto soccorso diventa l’unico luogo di assistenza dove convergono tutti, e nessuno può reggere una situazione del genere. Mi auguro si trovino delle soluzioni organizzative, è chiaro che ci vogliono anche investimenti da parte del Governo centrale per fare in modo che si possa dare una risposta alla necessità di salute che in una città come Napoli è determinante». «La situazione dell’emergenza a Napoli - ricorda Manfredi - è stata sempre complessa. Veniamo da 10 anni di commissariamento che ha fortemente ridotto il personale ospedaliero . Esiste un tema nazionale che ho affrontato anche quando ero ministro dell’Università, che è il tema dei pochi medici che scelgono la specializzazione in medicina d’urgenza, perché è un lavoro molto duro e rischioso. Questo si è sommato all’effetto del Covid, che ha determinato la chiusura di alcuni pronto soccorso, con la trasformazione in ospedali Covid. Oggi è una fase di riorganizzazione».

Triassi (II Policlinico): noi pronti a dare una mano

«Come Scuola di Medicina ci siamo offerti di dare una mano, noi siamo a disposizione anche perché avendo una struttura a padiglioni potremmo accogliere le ambulanze direttamente all'interno dei padiglioni e dunque, se si creasse, e si può fare, un'ipotesi di intesa organizzativa a slot in accordo con il Cardarelli alcune specialità potrebbero venire da noi o potremmo dividerci la casistica e sgravare cosi´ il Cardarelli dal sovraffollamento». Lo ha detto Maria Triassi, presidente della Scuola di Medicina dell'Università Federico II , in relazione alla difficile situazione degli accessi all'ospedale Cardarelli che si registra da alcuni giorni, a margine del convegno su “Criticità e prospettive della sanità in Campania”. Ai cronisti che chiedevano una replica alle parole del presidente della Regione, De Luca, rispetto alla realizzazione del pronto soccorso al Policlinico federiciano, Triassi ha risposto: «Il governatore ha detto che non si fa domani, non che non si fa» ed ha sottolineato che il pronto soccorso «è un'esigenza che nasce dalla sussistenza della specializzazione per la formazione dei giovani e degli specialisti. Il pronto soccorso in sede è un requisito per la sopravvivenza delle specializzazioni e ad oggi la cittadella universitaria è sotto utilizzata anche per mancanza di personale su cui andrebbe fatto un investimento così da ampliare la possibilità dell'offerta anche a disposizione delle emergenze».

L’Anaao: un disastro annunciato

A margine dello stesso convegno cui ha partecipato Maria Triassi ha preso posizione sul caso Cardarelli anche l’Anaao. «Era un disastro annunciato perché c’è un problema strutturale che esiste da anni a causa della mancata programmazione delle borse di studio dell’area specialistica a cui si aggiungono il gran numero di personale che tra il 2022 e il 2025 andrà in pensione e la chiusura di due ospedali e dei relativi pronto soccorso», ha argomentato Vincenzo Bencivenga , segretario regionale del sindacato dei medici ospedalieri. Bencivenga ha affermato che «l’apertura del pronto soccorso al Policlinico Federico II potrebbe essere una soluzione ma prioritariamente andrebbero riaperti i pronto soccorso che già esistevano: al Loreto Mare e al San Giovanni Bosco e farli funzionare meglio ». Ma secondo il sindacalista, l’attenzione va posta sul tema del personale «non solo di dirigenza medica ma anche degli infermieri che stanno soffrendo molto perché i carichi assistenziali sono elevati. È necessario garantire la sicurezza delle cure a chi va in ospedale e se ci sono 200 persone non è facile garantire la giusta assistenza».

«Dal sindaco di Napoli, sullo scandalo Cardarelli, ma più in generale sul collasso della sanità in Campania, ci saremmo aspettati una vera e propria strigliata al governatore-assessore campano. Invece, mano tesa a De Luca, invoca l’aiutino del governo. Solito brutto vizio di una sinistra poco capace quando si tratta di governare e senza orgoglio», lo afferma il coordinatore cittadino di Fratelli di Italia di Napoli Sergio Rastrelli.

In serata 80 pazienti in Pronto soccorso

Ed in serata sono un'ottantina i pazienti al pronto soccorso dell'Ospedale Cardarelli di Napoli, circa 100 in meno rispetto a questa mattina . Un taglio enorme dovuto all'immediato lavoro su cui si sono concentrati i vertici dell'ospedale di Napoli, con il coordinamento di Giuseppe Russo, direttore sanitario della struttura. Molti dei pazienti, si apprende da fonti del Cardarelli, sono stati dimessi, mentre un'atra fetta è stata velocemente destinata ai reparti destinatari della cura e allo spazio Obi che si è rafforzato di personale nella giornata, liberato dalla cura di molti dei malati covid che sono stati trasferiti in altri ospedali. L'enorme riduzione dei pazienti ha riportato ampio spazio tra una barella ed un'altra e un lavoro molto più ordinato da parte dei medici e degli infermieri di turno .

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