Open source, la parabola di Gitee: così è finito nelle maglie della censura cinese - Agenda Digitale

2022-07-02 07:26:09 By : Mr. Guote China

Inizialmente sostenuta da Pechino alla stregua di un servizio open source nazionale, ritenuto essenziale per la rapida crescita dell’innovazione digitale cinese, la diffusione del sistema operativo Gitee sembra ora ostacolata dalle nuove policy rese note dalla piattaforma. Una nuova interferenza politica nel digitale?

PhD, Consigliere Internet Society Italia, saggista e divulgatore digitale

Da strumento avallato dal governo di Pechino nell’ottica di facilitare la creazione, tra l’altro, di piattaforme open source alternative ai prodotti stranieri, Gitee sembrerebbe finito nelle maglie della censura. Un nuovo tassello della strategia di  Xi Jinping volta a realizzare un pervasivo controllo centralizzato di Internet per salvaguardare la stabilità interna, nella prospettiva di realizzare uno status indipendente di sovranità digitale.

Il potere tecnologico della Cina: da dove arriva, dove vuole arrivare, cosa rischiamo

La notizia è stata rilanciata da un articolo pubblicato dal MIT – Technology Review, in cui si prospettano possibili interferenze di Pechino sul funzionamento del codice open source Gitee come presunto tentativo di censura che lo Stato cinese avrebbe imposto all’azienda a seguito del blocco generalizzato del sistema conseguente alla revisione delle nuove politiche interne che impediscono agli sviluppatori l’utilizzo diretto del servizio, prima di una supervisione preliminare alla successiva pubblicazione dei programmi disponibili all’interno della piattaforma.

Una circostanza che, in controtendenza alla visione politica sottesa agli ideali libertari ispiratori della classica filosofia free software, potrebbe di fatto disincentivare lo sviluppo operativo di progetti open source secondo i tradizionali standard di trasparenza e collaborazione che animano la comunità internazionale di riferimento, sino al rischio di determinare un possibile integrale “soffocamento” dello spazio d’azione degli sviluppatori cinesi in un contesto notoriamente “chiuso”, poco favorevole a stimolare la creazione di un ambiente aperto come ecosistema proattivo alla cooperazione condivisa di azioni sinergiche generate grazie ai contributi provenienti dal basso.

In Cina, Gitee ha raggiunto oltre 8 milioni di utenti, diventando presto un punto di riferimento sempre più utilizzato da numerosi sviluppatori locali, propensi ad adottare un sistema “domestico” di programmazione open source per implementare lo sviluppo dei propri progetti, soprattutto da quando le grandi aziende cinesi hanno iniziato a perfezionare nuovi servizi innovativi anche nell’ambito dell’industria open source, con il supporto della comunità OSChina, come precisa strategia generale di indipendenza tecnologica avallata dal governo di Pechino nell’ottica di facilitare la creazione, tra l’altro, di piattaforme open source cinesi alternative ai prodotti stranieri, dopo l’iniziale successo della concorrente – e americana – piattaforma GitHub (che, nel recente passato, aveva raggiunto un picco di registrazione pari a circa 7,5 milioni di utenti in Cina).

Proprio prendendo di mira GitHub, ingabbiata nelle maglie della censura cinese come piattaforma esterna ostile soggetta al controllo di forze straniere, Pechino ha così presto sostenuto Gitee alla stregua di un servizio open source nazionale, ritenuto peraltro essenziale per la rapida crescita dell’innovazione digitale cinese, soprattutto rispetto allo sviluppo di tecnologie emergenti, come l’Intelligenza Artificiale e il 5G, con l’intento di rendere la Cina un Paese hi-tech leader e all’avanguardia a livello mondiale, pur a costo di favorire – sia pure temporaneamente e in via eccezionale – la standardizzazione aperta di programmi, come appunto l’open source, strutturalmente incompatibili con l’architettura chiusa dell’Internet cinese centralizzata.

Tra i recenti interventi prioritari perseguiti dal governo cinese vi è, infatti, la progressiva emancipazione politica ed economica del proprio ecosistema digitale da attori terzi, a presidio della sicurezza pubblica nazionale e a tutela della protezione dei dati personali di cui risultano titolari i cittadini cinesi, nel rispetto di quanto previsto dalla legge in materia di sicurezza informatica che impone, proprio allo scopo di proteggere i cittadini cinesi da interferenze esterne di governi stranieri, la raccolta e la conservazione di tutti i dati personali nel territorio cinese, nonché – se si tratta di aziende straniere che operano in Cina – di autorizzare l’accesso dei medesimi dati in condivisione con le società cinesi proprietarie dei relativi server come adempimento necessario per conformarsi alle normative nazionali.

L’attuale diffusione del sistema operativo Gitee sembra ora però in parte ostacolata dalle nuove policy rese note dalla piattaforma che, mediante l’installazione di appositi strumenti di filtro in grado di selezionare e bloccare specifiche parole ritenute offensive, dal contenuto illecito o “politicamente sensibile”, potrebbe quindi amplificare, anche indirettamente, il rischio di censure generalizzate. Anche perché i parametri di valutazione risultano troppo opachi, elastici, opinabili e soggettivi nella presunta scrematura dalla programmazione tecnica di eventuali parole vietate, al punto da provocare immediate proteste all’interno della comunità degli sviluppatori, ritenutisi pregiudicati dall’emergere di danni subiti negli accordi commerciali stipulati.

Sin da subito, infatti, svariati progetti pubblicati nella piattaforma sono diventati improvvisamente non disponibili senza preavviso, con conseguente interruzione dei servizi, riattivabili solo a seguito di apposita istanza formulata al fine di attestare, con diretta assunzione di responsabilità, l’assenza di violazioni di leggi vigenti nel Paese.

Non è la prima volta, peraltro, che in Cina si riscontrano casi del genere: sembrano frequenti le presunte interferenze politiche del governo anche sul funzionamento dei servizi digitali: non a caso, secondo i dati del rapporto Freedom on the Net, oggetto di monitoraggio periodico nel corso degli ultimi anni, in Cina da tempo si registrano le peggiori violazioni della libertà di Internet a causa di livelli di censura “senza precedenti” grazie all’uso pervasivo di sistemi automatizzati di sorveglianza implementati per favorire la circolazione di contenuti di sostegno al regime politico, al fine di soffocare il dissenso interno e filtrare le voci indipendenti e divergenti rispetto alla narrazione “ufficiale” istituzionale. Al contempo, proliferano campagne di disinformazione pianificate per finalità politiche mediante l’elaborazione di sofisticati strumenti in grado di amplificare gli effetti manipolativi sull’opinione pubblica, funzionali a consolidare il controllo dello spazio pubblico informativo che giustifica qualsivoglia invasione del governo sulla sfera privata delle persone: ad esempio, è stato in passato resa nota l’esistenza di database disponibili online ove risultano elencati i crimini per i quali il governo ha punito le persone ritenute responsabili di fatti penalmente rilevanti sulla base di una massiccia profilazione di informazioni dettagliate, processate da un sistema di calcolo in grado di abbinare i nomi delle persone a una serie di incisivi criteri di identificazione comportamentale.

Il cosiddetto “Great Firewall” cinese favorisce, quindi, un vero e proprio conformismo ideologico che sta diventando sempre più incisivo nel blocco dei contenuti immessi in Rete per evitare l’emergere di voci di dissenso critiche nei confronti del regime, con l’intento di uniformare il pensiero dominante dell’opinione pubblica secondo processi formativi eterodiretti aventi finalità di manipolazione persuasiva.

In tale prospettiva, le politiche tecnologiche di Xi Jinping mirano a realizzare un’infrastruttura sempre più separata dalla Rete Internet globale, grazie al perfezionamento di sofisticati strumenti di blocco, filtraggio e censura dei contenuti veicolati online che, anche con il supporto di un crescente numero di volontari preposti a segnalare l’esistenza di contenuti offensivi da censurare, giustificano quindi le interferenze del governo cinese a presidio della sicurezza pubblica nazionale.

I tuoi contenuti, la tua privacy!

Su questo sito utilizziamo cookie tecnici necessari alla navigazione e funzionali all’erogazione del servizio. Utilizziamo i cookie anche per fornirti un’esperienza di navigazione sempre migliore, per facilitare le interazioni con le nostre funzionalità social e per consentirti di ricevere comunicazioni di marketing aderenti alle tue abitudini di navigazione e ai tuoi interessi.

Puoi esprimere il tuo consenso cliccando su ACCETTA TUTTI I COOKIE. Chiudendo questa informativa, continui senza accettare.

Potrai sempre gestire le tue preferenze accedendo al nostro COOKIE CENTER e ottenere maggiori informazioni sui cookie utilizzati, visitando la nostra COOKIE POLICY.

Tramite il nostro Cookie Center, l'utente ha la possibilità di selezionare/deselezionare le singole categorie di cookie che sono utilizzate sui siti web.

Per ottenere maggiori informazioni sui cookie utilizzati, è comunque possibile visitare la nostra COOKIE POLICY.

I cookie tecnici sono necessari al funzionamento del sito web perché abilitano funzioni per facilitare la navigazione dell’utente, che per esempio potrà accedere al proprio profilo senza dover eseguire ogni volta il login oppure potrà selezionare la lingua con cui desidera navigare il sito senza doverla impostare ogni volta.

I cookie analitici, che possono essere di prima o di terza parte, sono installati per collezionare informazioni sull’uso del sito web. In particolare, sono utili per analizzare statisticamente gli accessi o le visite al sito stesso e per consentire al titolare di migliorarne la struttura, le logiche di navigazione e i contenuti.

COOKIE DI PROFILAZIONE E SOCIAL PLUGIN

I cookie di profilazione e i social plugin, che possono essere di prima o di terza parte, servono a tracciare la navigazione dell’utente, analizzare il suo comportamento ai fini marketing e creare profili in merito ai suoi gusti, abitudini, scelte, etc. In questo modo è possibile ad esempio trasmettere messaggi pubblicitari mirati in relazione agli interessi dell’utente ed in linea con le preferenze da questi manifestate nella navigazione online.

ICT&Strategy S.r.l. – Gruppo DIGITAL360 - Codice fiscale 05710080960 - P.IVA 05710080960 - © 2022 ICT&Strategy. ALL RIGHTS RESERVED

Clicca sul pulsante per copiare il link RSS negli appunti.

Clicca sul pulsante per copiare il link RSS negli appunti.